Nuovi orari e nuovi banchi, si torna a scuola tra i dubbi Lo studio del Politecnico come linea guida

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“La scuola ed i servizi educativi per la prima infanzia sono altrettanto cruciali delle attività produttive per la ripresa del Paese”: si apre con queste parole il rapporto ‘Scuole aperte, società protetta’ del Politecnico di Torino che ha analizzato rischi e soluzioni della riapertura delle attività scolastiche di ogni ordine e grado. Una riorganizzazione che riguarda, solo per la scuola statale italiana, oltre 8 milioni di studenti e 1,2 milioni di operatori. “A questi numeri – si legge nel report dell’Università piemontese – devono essere aggiunti quelli relativi alle scuole paritarie (circa 950.000 studenti e 200.000 docenti) e dei centri di formazione professionali (con un bacino di oltre 140.000 studenti e 20.000 formatori). A queste cifre si sommano quelle proprie di Nidi e Scuole dell’Infanzia”. Per questo è necessario che venga stilato un Protocollo Nazionale “analogo a quelli redatti per la ripartenza delle attività produttive” e in caso di contagio deve essere preferita una chiusura controllata delle classi, piuttosto che una chiusura totale dell’istituto.

Lo studio del Politecnico analizza il rapporto educatori/bambini per i nidi, stabilendo un rapporto di 1/5 o massimo 1/8 per tutte le fasce d’età dai lattanti ai bambini pronti all’inserimento alla scuola materna. Le classi nelle scuole devono essere ridotte come numero di presenza: nell’infanzia meglio non superare i 29 alunni per sezione, suddivisi in gruppi da dieci bambini; nella scuola primaria non si devono superare i 26 alunni per sezione, nella secondaria di I grado i 28 e 30 per la secondaria di II grado. Come è logico le aule dovranno essere igienizzate frequentemente, gli spazi organizzati mantenendo il distanziamento di un metro tra un banco e l’altro e un metro tra il docente che cammina e lo studente stesso. Devono essere predilette le attività all’aperto anche in collaborazione con enti locali. La scuola, intesa come struttura, deve essere ripensata. Ogni luogo deve essere studiato per un utilizzo specifico, quindi ci devono essere percorsi differenziati per docenti e per alunni e gli spazi devono essere classificati in base al tempo di permanenza delle persone: breve sosta, media o lunga. (Scopri qui sotto un nostro articolo dedicato al rientro a scuola in sicurezza)

Si devono preferire gli spazi ampi, come le palestre, e nei luoghi dove non è possibile garantire il distanziamento, è bene installare delle barriere protettive anti contagio. Dove è probabile, poi, che si vengano a creare code, devono essere affissi degli indicatori di distanziamento. Nel rapporto del Politecnico si valuta anche l’ipotesi della turnazione delle classi che, comunque, eserciterebbe un peso notevole sulle famiglie.

CAMBIANO GLI ORARI PER EVITARE ASSEMBRAMENTI

Il governo, nelle ultime settimane, sta fornendo dettagli su quella che potrà essere la scuola post-covid, non senza alimentare dubbi e incertezze. Nelle novità per il rientro c’è la variazione degli orari delle lezioni, d’ingresso e d’uscita dai plessi tenendo conto del distanziamento ed evitando assembramenti. Se è più semplice organizzare l’affluenza nelle scuole d’infanzia dove il ventaglio d’orario si estende solitamente dalle 7.30 alle 9.00, nelle scuole primarie i dirigenti scolastici potrebbero anticipare l’ingresso (attualmente 8/8.30) di alcuni e posticipando quello di altri. Da settembre si potrebbero poi avere moduli orari da 40 minuti, con 33 moduli ogni docente. Nelle secondarie di I grado i moduli orari potrebbero essere di 45 minuti (6×5 giorni oppure 5×6 giorni), con un residuo di dieci moduli da utilizzare per attività trasversali. Nelle secondarie di II grado, invece, l’organizzazione e l’orario variano nei diversi indirizzi. Ormai giunti a fine luglio, però, gran parte delle famiglie italiane sono ancora in attesa di conoscere con certezza orari e tempistiche per organizzare la propria attività lavorativa e famigliare secondo le esigenze educative dei minori. (Leggi il nostro articolo dedicato al Back to school “Come ripartire a settembre”)

NUOVI BANCHI, E’ DAVVERO UNA SOLUZIONE?

La ministra dell’istruzione Azzolina ha individuato nei banchi singoli con rotelle la soluzione per garantire il distanziamento nelle classi e la facile riorganizzazione degli spazi, definendoli “metodologie di didattica nuova, di ambienti di apprendimento nuovi” che “permettono agli studenti di lavorare in gruppo, di lavorare peer-to-peer (in coppia ndr). Il 20 luglio il Governo ha pubblicato un bando per l’acquisto di 1.5 milioni di banchi ma secondo i produttori mancano le materie prime e nei magazzini delle aziende che li producono ci saranno in tutta Italia al massimo 10 mila banchi. I tempi sono troppo stretti per la realizzazione, la consegna e l’installazione. Inoltre molti docenti e presidi hanno fatto notare che, in realtà, il problema sta negli spazi e nelle strutture, non tanto nei banchi che ci metti dentro.