Quando il lavoro diventa stress: il malessere in ufficio

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Il malumore che incombe quando, la mattina, ci si avvicina all’ufficio, una sensazione di claustrofobia quando si accumulano documenti da gestire sulla propria scrivania, l’ansia che cresce non appena si mette piede in quell’open space rumoroso e disordinato: il malessere in ufficio è una realtà che non deve essere sottovalutata, è l’anticamera dello stress da lavoro che può portare a gravi problemi di salute. Evitare tutto questo è possibile e non necessariamente complesso. Basta seguire alcune regole organizzative, riorganizzare gli spazi, rivedere colori e ordine generale o affidarsi a metodi efficaci come il ‘metodo kaizen’.

Che cos’è lo stress da lavoro

Lo stress in quanto tale può avere una valenza positiva. Viene definito eustress (stress buono), il carico di energia e stimolo mentale che ci permette di affrontare sfide e difficoltà che la vita ci propone, eventi che, una volta superati, ci permettono di aumentare la nostra autostima. Il distress, invece, è la connotazione negativa che si manifesta quando una persona non è in grado di gestire fattori stressogeni. Il distress può generare conflitti emotivi, ansie, attacchi di panico, comportamenti inappropriati, fino addirittura a degenerare in disturbi fisici.

Lo stress da lavoro è uno stato di malessere che può comportare disfunzioni fisiche, psicologiche e sociali, dovuti ad un senso di inadeguatezza, insoddisfazione, estraneità verso la professione e il luogo di lavoro.

Quali sono i sintomi dello stress da lavoro?

I sintomi possono essere fisici con prolungati mal di testa, ipertensioni, tachicardie, dolori alla schiena, gastriti o addirittura ulcere, oppure di natura emozionale con irritabilità, insonnia, ansia, depressioni e crisi di pianto, fino a quelli che coinvolgono la sfera comportamentale: ritardi, assenze, conflittualità, mancanza di autostima, abuso di sigarette, alcool o caffè, e calo del rendimento professionale.

Non ogni forma di stress è da valutare in modo negativo. Lo stress non è una malattia. Diventa tale se provoca disturbi prolungati nel tempo che aumentano di intensità fino a coinvolgere più ambiti della persona. Una soluzione, comunque, esiste. Una volta identificato il problema che non ti permettere di svolgere al meglio il tuo lavoro, valuta le cause e intervieni. Non scoraggiarti, esistono molte soluzioni, basta capire quale fa al caso tuo.

Quali sono le cause?

Questo stato di malessere è spesso dovuto a condizioni lavorative inadeguate. Può scatenarsi perché si è costretti a lavorare in un ambiente disordinato e disorganizzato, in cui si è poco coinvolti nell’attività provocando insoddisfazione, oppure a causa di un aumento dei carichi di lavoro cui non corrisponde un aumento delle motivazioni.

Anche l’Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro riconosce lo stress da lavoro come una patologia e una conseguente perdita di guadagno per le aziende e ne individua le principali cause:

  • carichi di lavoro eccessivi;
  • richieste contrastanti e mancanza di chiarezza sui ruoli;
  • scarso coinvolgimento nei processi decisionali che riguardano i lavoratori e mancanza di influenza sul modo in cui il lavoro viene svolto;
  • gestione inadeguata dei cambiamenti organizzativi, precarietà del lavoro;
  • comunicazione inefficace, mancanza di sostegno da parte dei colleghi o dei superiori;
  • molestie psicologiche e sessuali, violenza da parte di terzi.

Prevenire e gestire situazioni di stress da lavoro è un obbligo legale per le aziende. “Gestire lo stress non è solo un imperativo morale – si legge sul sito dell’Agenzia europea per la sicurezza del lavoro – e un buon investimento per i datori di lavoro, bensì anche un dovere giuridico stabilito dalla direttiva quadro 89/391/CEE e ribadito dagli accordi quadro tra le parti sociali sullo stress lavoro-correlato e sulle molestie e la violenza sul luogo di lavoro”.

Oltretutto nel testo Unico 81/2008, precisamente nell’articolo 28, viene scritto che “…nella scelta delle attrezzature da lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato secondo i contenuti dell’accordo europeo 8 ottobre 2004, e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza, secondo quanto dal D. Lgs. 26 marzo, n. 15 nonché quelli connessi alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri paesi”.

Lo stress da lavoro non è riconducibile ad una singola categoria o ad una singola professione. Può colpire tutti i lavoratori, indipendentemente dallo status e dal settore d’impiego. Risulta però più diffuso tra le donne, oggetto di discriminazione soprattutto al rientro da una maternità, e coinvolge maggiormente chi lavora negli uffici. Una corretta prevenzione da parte del datore, migliorerà la qualità del lavoro, le condizioni generali di sicurezza, con benefici economici e sociali.

Come affrontare il problema

Alle prime avvisaglie di un carico continuo ed eccessivo di stress è bene comunicare al proprio datore di lavoro il senso di malessere ed indicare quelle che potrebbero essere le cause che hanno portato al disagio.

Chiedi aiuto anche ad uno psicologo perché un professionista saprà indicarti metodi e strategie per superare le défaillance e archiviare ansie e paure. Proponi soluzioni per la gestione di quei progetti che ti riguardano in prima persona.

Un confronto produttivo è sempre ben accetto soprattutto se permetterà di scongiurare problemi e disguidi futuri. Non ti abbattere, la soluzione ai tuoi problemi esiste. E ti aiuteremo a trovarla.