Per un corretto smaltimento dei DPI

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Distanziamento, detergere le mani, indossare le mascherine, sottoporsi al tampone, fare la quarantena, essere in lockdown. Azioni che all’inizio del 2020 sembravano qualcosa di incomprensibile. Chi avesse avuto l’ardire non solo di predirle ma semplicemente di pronunciarle era visto come un alieno, uno che arrivava da un altro pianeta.

Tempo un paio di mesi e  tutto questo sconosciuto armamentario è entrato a far parte della nostra quotidianità. Anzi, a dettarci le regole di vita. L’emergenza coronavirus ha infatti letteralmente cambiato l’ottica alle nostre giornate.

Chi l’avrebbe mai immaginato che mascherine, detergenza, rispetto delle distanze, tamponi (rapidi e molecolari), saturimetro per misurare l’ossigeno, vaccinazione ,richiamo booster, sarebbero diventati vocaboli, oggetti e operazioni familiari, tanto da determinare lo svolgersi della nostra esistenza. Una esistenza sempre più scandita dai bollettini quotidiani sulla situazione pandemica, con informazioni necessarie per poterci orientare su come lavorare o studiare (a distanza o in presenza), se, quando e come poter uscire di casa, spostarci da un luogo all’altro.

Attenendoci a queste regole fondamentali, abbiamo dovuto mettere in pratica precisi comportamenti, divenuti nel tempo abitudini consolidate quali, il lavarci frequentemente le mani, avere la ffp2 quando si è in contatto con altre persone, igienizzare locali e oggetti prima dell’arrivo di colleghi o amici, sia che si tratti di luoghi di lavoro che di abitazioni private. Soprattutto, di fronte a sintomi influenzali, tosse e raffreddore, operare da remoto per prevenire la diffusione di contagi.

Regole messe in atto in periodo emergenziale ma che nel prossimo futuro potrebbero diventare definitive, una volta che il virus sarà, si spera, debellato. Un esempio concreto è lo sdoganamento dello smartworking, che anche alla fine della pandemia, continuerà ad essere utilizzato per alcune tipologie di lavoro.

Se vi siete persi i nostri articoli sullo smart working potete leggeri a seguenti link:

Questi comportamenti virtuosi devono però essere accompagnati da un altrettanto corretto smaltimento dei dispositivi protettivi, sia per una questione di carattere igienico sanitario sia per una questione di educazione civica e decoro urbano.

Da qui, allora, un piccolo promemoria, per un’adeguata raccolta di rifiuti di questo tipo.

Mascherine e guanti non più utilizzabili vanno messi nel sacco della raccolta indifferenziata, avvolti in un apposito sacchetto separato dal resto della pattumiera. Operazione che diventa obbligatoria in caso di positività, quindi quando si è vissuto in stato di quarantena. In questa particolare situazione, trattandosi di rifiuti speciali, è essenziale richiuderli, con i fazzoletti di carta usati, in uno specifico contenitore e affidarli ad una impresa competente in materia che li sappia trattare con le dovute precauzioni. Infatti, è bene che vengano distinti dal resto della spazzatura per evitare possibilità di contagio.

Naturalmente, una volta terminata l’opera di smaltimento, è indispensabile lavarsi con cura le mani: piccoli semplici gesti che richiedono unicamente un po’ di accortezza alfine di salvaguardare la propria salute e quella dell’ambiente circostante.