Come il covid ha cambiato la supply chain

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Il Covid 19 ha rivoluzionato le abitudini dei consumatori, ha modificato radicalmente il modo di acquistare prodotti e servizi e nel giro di poche settimane le aziende si sono trovate a rivedere completamente la catena di approvvigionamento per garantire una risposta rapida ed efficiente ai propri clienti. Il Coronavirus ha quindi cambiato profondamente l’organizzazione delle Supply Chain. I prodotti per igienizzare gli spazi e quelli per l’igiene personale, oltre ai DPI e ai presidi medici, hanno visto aumentare come mai prima le richieste d’acquisto. Altri settori hanno subito un calo impensabile prima della crisi sanitaria. Gli acquisti nei punti vendita sono crollati, l’e-commerce ha accelerato il suo processo di crescita: dati che hanno avuto ripercussioni anche sulla catena di approvvigionamento delle aziende.

Quali sono stati i principali cambiamenti delle Supply Chain?

Secondo l’analisi dell’Institute for Supply Management, a inizio marzo 2020, più dell’80% delle imprese riteneva che avrebbe incontrato difficoltà a causa del Covid. Alla fine del mese la percentuale si è alzata al 95%.

CHIUSURE E DISTANZIAMENTO – Logistica e retail sono stati riorganizzati per poter garantire una risposta di livello ai clienti rispettando però requisiti di sicurezza. Le normative di restrizione e distanziamento sociale, oltre alla necessità di dover bloccare anche intere filiere produttive, hanno portato a importanti conseguenze. Sono state limitate le presenze nei luoghi di lavoro, le chiusure anche momentanee delle fabbriche hanno provocato una carenza di prodotto. Molte aziende hanno quindi deciso di prevedere una componente stock per affrontare prontamente possibili imprevisti di approvvigionamento.

GLI ACQUISTI ‘SAFETY’ – La carenza di alcuni prodotti, soprattutto di generi alimentari e di igiene personale, hanno cambiato le abitudini dei consumatori che tendono ad ‘accumulare’ alcune merci per ‘sicurezza’. Questo aspetto non è necessariamente un cambio definitivo nelle abitudini di acquisto dei consumatori ma deve essere tenuto in considerazione a fronte dello stato d’incertezza sul futuro del mercato e della vita di tutti i cittadini.

PROBLEMI NELLA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI – La circolazione delle merci a livello mondiale ha avuto, almeno inizialmente, ripercussioni a causa delle limitazioni imposte dal Covid. Le imprese hanno quindi dovuto imparare a fare i conti anche con questa variabile. I voli, anche per la consegna merci, hanno subito cali di operatività importanti. E in molte nazioni sono aumentati i tempi di consegna, secondo Institute Supply Management in Cina del 222%, Giappone del 209%, in Europa del 201% e negli Usa del 200%. È bene valutare quindi quelle che sono le merci ‘urgenti’ e focalizzarsi su di esse, dandone la priorità per mantenere i livelli di produzione.

CAMBIATE LE ABITUDINI DEI CONSUMATORI – Il lockdown, le aperture solo parziali dei singoli rivenditori, hanno obbligato le persone a cambiare i canali d’acquisto. Il mercato di alcuni prodotti, ad esempio quello del comparto Horeca, è stato letteralmente stravolto. In alcuni casi specifici, quindi, non cambia la scelta del consumo ma il canale di approvvigionamento.

CAMBIATA LA DOMANDA DEI CONSUMATORI – L’emergenza Covid ha portato ad un aumento esponenziale delle vendite di prodotti sanitari. È probabile che, anche se la situazione dovesse come speriamo volgere per il meglio, alcuni atteggiamenti nell’approccio all’acquisto non cambino. I prodotti assimilabili ai presidi medici o alla cura della persona specifici per l’igiene (saponi, gel disinfettanti, alcool) sono entrati nel fabbisogno delle famiglie. Di contro, c’è stato un calo consistente per i settori della moda e dell’elettronica, soprattutto nei canali tradizionali. Alcune aziende hanno addirittura convertito la produzione. Il consiglio è quello di prendere atto di questo cambio della domanda perché potranno impattare a lungo sulla Supply Chain.

È praticamente impossibile ipotizzare come evolverà l’emergenza Covid. I vaccini sembrano poter dare una speranza di ritorno alla normalità proprio quando le varianti Covid spaventano le popolazioni mondiali. È certa però la necessità di rivalutare i modelli tradizionali di Supply Chain, investendo nel digitale per fare tesoro di quanto accaduto e farsi trovare pronti a nuove emergenze non necessariamente sanitarie.